Visitando il nostro sito web l'utente accetta il fatto che stiamo utilizzando dei cookie per essere sicuri di ottenere il miglior risultato

Letteratura SpeleoRacconti di esplorazioni dai protagonisti

IL MISTERIOSO MONDO NASCOSTO SOTTO IL GRIGNONE (LC)

 

di Andrea Maconi (Gruppo Grotte Milano C.A.I. – S.E.M.), Luana Aimar, Marzio Merazzi, Antonio Premazzi (Speleo Club C.A.I. Erba)

 

Inquadramento

Il gruppo delle Grigne è una delle più celebri montagne delle Prealpi lecchesi. L’imponente mole rocciosa sovrasta il Lago di Como da un lato e la Valsassina dall’altro, con ripidi versanti costellati da numerose pareti rocciose ben note agli alpinisti (Sasso Cavallo, Sasso dei Carbonari, Parete Fasana, Piz d’Eghen sono solo i nomi più noti). Le vette raggiungono i 2409m del Grignone e i 2178m della Grignetta.

Il massiccio delle Grigne è costituito da numerosi sovrascorrimenti, rappresentabili con tre scaglie costituite dal carsificabile Calcare di Esino e formanti strutture idrogeologiche ben distinte poggianti su rocce non carsificabili.

Sia in Grignetta sia in Grignone le grotte sono numerose, anche se le cavità più profonde finora esplorate sono senza dubbio sul Grignone, dove se ne contano circa 600. Su quest’ultimo le zone dove si concentrano i maggiori fenomeni carsici sono due:

il Moncodeno, che è formato da un pendio debolmente inclinato verso la Valsassina,

il Circo di Releccio, costituito da ripide pareti rocciose nel lato rivolto verso il Lago.

La struttura idrogeologica del Grignone vede una circolazione diretta verso il Lago di Como: l’acqua in profondità probabilmente si incanala nella sinclinale presente e, scorrendo al di sotto del Monte Croce e del Monte Fopp, riemerge a Varenna dalla Grotta di Fiumelatte, che costituisce una risorgenza di troppopieno di sorgenti sublacuali ed è attiva solo nei periodi più piovosi e nei mesi primaverili per il disgelo. Il tracciamento del 1989 delle acque dell’Abisso W Le Donne, situato a quota 2170m sulla Cresta di Piancaformia, ad oltre 8Km dalla sorgente, ha validato questa ipotesi.

Il potenziale carsico dell’area raggiunge i 2200m ed è quindi uno dei più importanti d’Italia.

Le altre sorgenti presenti in zona drenano quindi solo  parti marginali del Grignone.

Le grotte sono per lo più verticali, predominano i pozzi, spesso molto profondi, mentre le gallerie di origine freatica sono rare e frequenti solo in profondità. Anche a quote maggiori localmente si trovano importanti livelli sub-orizzontali ormai fossili che permettono il collegamento tra grotte distinte.

 

In principio fu W Le Donne

I primi studi sulle grotte della Grigna furono effettuati da Chiesa (1933) e da Servida (1954), ma solo alla fine degli anni ’50 si organizzarono le prime vere campagne esplorative. Solo negli anni ’80 però avvennero grandi scoperte, a cui partecipano numerosi gruppi italiani e stranieri (segnalati nelle riviste della bibliografia).

L'attività, concentrata in Moncodeno, portò all'esplorazione degli abissi Marons Glaces,  Tigre, Trentinaglia ed Orione.

I risultati più significativi avvennero alla fine del decennio e furono la discesa dell’Abisso W Le Donne, che superò i fatidici –1000m, diventando la terza grotta più profonda d’Italia, e di Capitano Paff (-795m)

Negli anni ’90  furono percorse I Ching, Maestro Splinter, Poltergeist e Le Bambine Crescono.

 

 

Nuovi viaggiatori su vecchi sentieri

Dopo questo periodo di grande attività si ebbe un periodo di stasi ed è solo con l’inizio del nuovo millennio che le esplorazioni riprendono in maniera sistematica, grazie soprattutto allo Speleo Club CAI Erba. Nella primavera del 2001, durante alcune battute di ricerca, vengono individuate numerose grotte promettenti nel ripido versante del Releccio, sopra il Rifugio Bietti.

Grazie alla grande quantità di cavità da esplorare, si costituisce un gruppo di lavoro chiamato In Grigna!, cui partecipano anche il Gruppo Grotte Milano CAI SEM, il Gruppo Speleologico V. Imagna, lo Speleo Club Valceresio CAI Gavirate, il Gruppo Grotte CAI Saronno, l’Associazione Speleologica Comasca, il Gruppo Grotte Busto Arsizio, lo Speleo Club CAI Romano di Lombardia.

Dal 2002 durante il periodo estivo viene organizzato un campo speleologico di due settimane in Moncodeno, per permettere uscite più lunghe risparmiando un’ora e mezzo di camminata con gli zaini pesanti in spalla. La massima affluenza si ha nell’Agosto 2003 quando circa cinquanta speleologi, aiutati nel trasporto dei materiali da un elicottero, riempiono la Foppa Grande di tende e tendoni! Come campo base avanzato si sfruttano invece alcuni ripari naturali. Questi bivacchi, posti a breve distanza dalle grotte esplorate, ci permettono di cambiarci in un luogo sempre asciutto e, in alcuni casi, di riposare quando si esce “sfiniti” dalle grotte.

Le diverse cavità esplorate sono quasi tutte situate sul versante del Releccio e molte, aperte in parete, sono raggiungibili solo lungo cenge o canaloni dopo un’ora e mezzo di cammino dal campo (quindi 3 ore dalla macchina).

Tra il 2003 e il 2004 una serie di uscite a Kinder Brioschi consentono di scendere a –880m, raggiungendo il secondo posto nella classifica delle grotte lombarde più profonde.

Nel frattempo anche una lunga serie di battute esterne consente la scoperta di altre decine di cavità sparse nei luoghi più disparati: dai ripidi canaloni sul versante meridionale del Sasso dei Carbonari, della Valle dei Mulini o della Val Lori alla parete Nord del Pizzo della Pieve.

Le battute di ricerca proseguono e nel Gennaio 2006 si compie la prima discesa in assoluto della forra del Torrente Esino,  da Ortanella sino a Vezio. Purtroppo si trova solo una piccola grotta, ma in compenso si esplora un bellissimo canyon.

 

Le giunzioni e la nascita del Complesso dell’Alto Releccio

La Grigna, sino all’avvento della nuova era speleologica, non aveva grandi complessi e le grotte, seppur profonde, non sembravano avere rapporti significativi le une con le altre.

La situazione comincia a cambiare nel 2003, quando, tra le pareti del Releccio, viene disceso un grande pozzo di 138 m, sino ad entrare in I Ching.

Nel Luglio 2004 una breve grotta, Pingu, viene congiunta con Kinder Brioschi alla profondità di -40. Le esplorazioni al suo interno proseguono fino a raggiungere un salone di 50x25m occupato da un’enorme frana in cui una serie di complessi e labirintici passaggi (c’è anche chi vi si è perso…) conduce a –175m.

Nell’ Agosto dello stesso anno in Antica Erboristeria una breve risalita su una china fangosa  permette di entrare in una serie di gallerie che giungono sino a I Ching. Da qui, forzando una frana si entra in W Le Donne.

Si delineano quindi due complessi (da una parte w Le Donne-I Ching-Antica Erboristeria-Il Mostro, dall’altra Kinder,-Pingu) e si intuisce che esistono sistemi di gallerie, anche vicine alla superficie, che spesso permettono il passaggio da una grotta ad un’altra.

Nell’ Ottobre 2005 viene scoperta una piccola fessura ventosa nel Moncodeno e, dopo una breve disostruzione, si intuisce che non è un semplice buco, ma un vero abisso! Nel corso dell’estate del 2006 si riesce ad entrare in un sistema di piccole gallerie, che proseguono in salita sino ad interrompersi improvvisamente su un profondissimo baratro. La mancanza di corde ci obbliga ad sospendere l’esplorazione…ma la sorpresa non è ancora finita…giunti a casa scopriamo che il profondo pozzo altro non è che Il Mostro!

 

Le uscite dell’estate 2006 al fondo di Kinder e lo sviluppo del complesso

di Andrea Maconi

Nel 2005 eravamo riusciti a fare soltanto un’uscita al fondo di Kinder, nonostante vi fossero numerosi punti da rivedere. In effetti la risalita dal punto più basso dell’abisso è molto faticosa e dura ben 12 ore!

Il 14 Agosto 2006 finalmente si torna al fondo di –880m per effettuare il rilievo e rivedere alcune strette condotte esplorate due anni prima, ma purtroppo non si scopre nulla di nuovo.

Il 2 Settembre, oltre a Daniele Bassani ed al sottoscritto, si aggiungono anche Alessandro Rinaldi e Giuseppe Gastaldi. Arrivati nella sala finale ci si concentra nella risalita di un camino, dal quale proviene un forte rimbombo d’acqua. L’arrampicata, tutt’altro che banale, viene effettuata in artificiale ma, dopo una quindicina di metri, le batterie del trapano sono esaurite. In compenso riusciamo a effettuare alcune riprese video per documentare la discesa.

Il fine settimana seguente si torna ad “attaccare” la parte finale dell’arrampicata. In cima parte un cunicolo che porta su un pozzo con una grossa cascata! Ci siamo: la prosecuzione della grotta è stata raggiunta! Vengono rapidamente scesi una serie di pozzi. Un cospicuo getto d’acqua gelida si tuffa nelle verticali e con la corda gli passiamo davvero vicini, restando fortunatamente abbastanza asciutti. Dopo poco si incontra un altro pozzo, ma il materiale è finito!

Il 7 Ottobre 2006 si ritorna nell’abisso. Il tempo è piovoso e sopra i 2100m nevica: arriviamo all’ingresso della grotta completamente fradici. Siamo un po’ preoccupati perché la grotta non è mai stata vista in piena (e credo che nessuno voglia vederla…) ed inoltre un’eventuale nevicata renderebbe assai problematica l’uscita. Tuttavia non ci perdiamo d’animo ed entriamo. Dopo 6 ore raggiungiamo la via attiva prima del pozzo su cui ci si era fermati la volta precedente. Il torrente ha una portata davvero notevole e fa un rimbombo pazzesco: non si riesce quasi a parlarsi. Daniele arma il pozzo su cui ci eravamo fermati la scorsa volta e, a 5m dalla base, intravediamo una corda! Siamo entrati in W Le Donne nella zona del campo base! Probabilmente si tratta della giunzione più profonda che sia mai stata scoperta in Italia, dato che il punto dove è stata fatta è situato ad oltre -900m da entrambi gli ingressi!

I rilievi, effettuati in tempi diversi nelle due grotte, hanno mostrato un errore di 15m in dislivello e altrettanti in pianta. Tenendo presente che la poligonale ha una lunghezza di alcuni chilometri, si dimostra il buon grado di precisione delle misure effettuate.

Ora è nato un vero e proprio sistema complesso con 7 ingressi. Il dislivello complessivo è di 1190m: si tratta della terza grotta più profonda in Italia e lo sviluppo totale si stima in 12 Km.

 

 

            Nome delle principali grotte esplorate negli ultimi anni    N°catasto            Profondità      Sviluppo reale              

1          Complesso W Le Donne – I Ching – Il Mostro – Antica Erboristeria – Transpatrizia – Kinder Brioschi e i 5 minerali – Pingu (Complesso dell’Alto Releccio)            1936-5079-5167-5163-5161  -1189,+1m      10011m (12Km stimato)         

2          Abisso Topino e le Giostre    5242    -277m 1207m   

3          Il Buffer          5151    -225m 682m     

4          Nelson Mandello       5238    -179m 300m     

5          Abisso Enea   5193    -157.5, +13.3m           952m     

6          Abisso dei Furgoncini           5166    -170m >170m   

7          Abisso dei Coltellini  5162    -164.6m          474m  

 

 

Conclusione

L’attività in Grigna prosegue sempre durante i mesi estivi e ad Agosto viene organizzato un campo estivo di due settimane. Dato che le grotte da esplorare sono tantissime, mentre la gente poca, chiunque volesse partecipare è il benvenuto!

In futuro si pensa anche di riarmare W Le Donne e proseguire le esplorazioni al fondo, sperando di raggiungere la fantomatica “Freccia Azzurra”, collettore delle acque del Grignone, anche se certamente per ora rimane solo un sogno. Ma chi dice che i sogni un domani non diventino realtà!

 

Ringraziamenti

Si ringraziano in particolare i gestori del Rifugio Bogani e del Bietti, che ci hanno sempre ospitato con gentilezza senza lamentarsi per i nostri strani orari, e ci hanno “sfamato” con deliziose cene.

Un doveroso ringraziamento lo si deve anche alla Norda che ci ha fornito l’acqua in bottiglia per i campi estivi del 2003 e 2004 e alla Effetre Allestimenti che ci ha fornito l’acqua per i campi del 2006 e del 2007.

 

Bibliografia

Aimar Luana, Maconi Andrea, Marieni Alessandro, Merazzi Marzio, Premazzi Antonio: “Grigne - Sotto quel ramo del Lago di Como” su “Speleologia” n°54, rivista della Società Speleologica Italiana, pagg. 14-29, Bologna, Giugno 2006

Bini A., Pellegrini A.: “Il carsismo del Moncodeno” in “Geologia Insubrica” vol.3, n°2, Novembre 1998

Buzio Alberto, Filippazzi Marco: “Grotte e Abissi di Lombardia, Recenti esplorazioni”, casa editrice Via della Pazza Folla, Cassolnovo (PV), Febbraio 1992

Ferrari Graziano: “Ricerche sugli aspetti del Fenomeno Carsico Profondo nel Gruppo delle Grigne (Lombardia) – VIII “Gli abissi della Grigna Settentrionale” in “Atti del XV Congresso di Speleologia Lombarda”, vol. I, pagg. 47-67, S. Omobono Imagna, Ottobre 1999

Ulteriori articoli sono presenti sui bollettini Aitza! (CSARI), Grotte (GSP), Il Corsaro (ASC), Il Grottesco (GGM), Il Tasso (GGTassi), Poligrotta (GSV), Q4000 (SCE), Speleologia (SSI), Grotte di Lombardia (ESRL), La Traccia (CAI SEM).